Nella sua Teoria Generale delle Ombre, pubblicata postuma, lo scrittore Renoir Vananne sostiene che il romanzo sia come un’immersione in apnea negli abissi dell’animo umano: ogni romanziere ha il suo limite oltre il quale non può scendere.
Vananne, che per anni e con grande successo ha raccontato nei suoi romanzi tradotti in tutto il mondo le profondità della mente umana, è rinchiuso in un ospedale psichiatrico con un’accusa infamante: omicidio plurimo. Al medico che lo esamina, il difficile compito: pazzia o messinscena per evitare la prigione? Da tempo lo scrittore non scrive più: dipinge. Dipinge le ombre. Le sue tele rappresentano paesaggi privi di presenza umana o animale, nei quali si vedono raffigurati a terra soltanto contorni senz’anima…

Quando alla radio l’oroscopo del mattino preannuncia un incontro inaspettato nel corso della giornata, Ferruccio Pammattone si fa una grassa risata: non crede a certe cose. Ma poco dopo deve ricredersi. Perché sulle scale della Questura fa davvero un incontro che gli riporta dolorosamente alla memoria una difficile indagine di quindici anni prima, condotta insieme agli inseparabili amici Luc Santoro ed Eugenio Mignogna. Era il novembre 2003. In una Genova bersagliata da un feroce maltempo, i tre poliziotti si erano trovati di fronte a un caso molto delicato di abusi e mangerie, che coinvolgeva poliziotti, superiori e autorità all’apparenza irreprensibili. Muovendosi in un vero e proprio campo minato, avevano pure rischiato di perdere il posto. Ma forse quell’incontro preannunciato dalle stelle non è affatto fortuito… forse è il seme di una nuova indagine per i tre ormai in pensione, che tutti definiscono affettuosamente la Squadra speciale Minestrina.
Ancora una volta Roberto Centazzo affronta un argomento complesso, quello della corruzione all’interno delle Forze dell’ordine, e lo fa senza rinunciare alla leggerezza di una commedia gialla sapientemente architettata e sempre capace di strappare un sorriso.

È luglio, tempo di villeggiatura, e nella placida località di Cala Marina arriva un bell’uomo, distinto, elegante. Scende dal treno portando con sé una grossa valigia in cui tiene il suo campionario. Sì, perché è un rappresentante di cartoline. Dopo aver annusato un po’ l’aria, inizia a far visita a ogni commerciante della cittadina proponendo lo stesso affare: raffigurare l’attività – negozio, bar o ristorante che sia – su una cartolina, con una scritta, Saluti da Cala Marina, il panorama delle spiagge e l’esercizio commerciale in bella vista. Il rappresentante ci sa fare, e così in molti accettano. Tutta Cala Marina resta ammaliata dai modi dell’attraente fotografo, in particolar modo Maria Sole, la proprietaria della pensione in cui alloggia, una donna sola e malinconica, che per una volta nella vita inizia a sognare l’amore.
Qualcosa però insospettisce Norberto, il maresciallo della Polfer, che lo fa seguire con discrezione. Tutto sembra perfettamente in regola, ma...
In una piccola città della Riviera ligure degli anni Sessanta, Roberto Centazzo trova un microcosmo perfetto per rappresentare ogni aspetto dell’umanità, dando vita a personaggi memorabili, raccontando storie che fanno sorridere, ma anche riflettere, e dipingendo con nostalgia un mondo che non c’è più.

Che malinconia, le giornate ventose e fredde di fine settembre, a Genova. E se sei un poliziotto in pensione, la avverti ancora di più. Sono un po' tristi i tre amici della Squadra speciale Minestrina in brodo, Santoro, Mignogna e Pammattone, e, in preda alla noia, cercano pretesti per tornare a essere padroni del loro tempo. Forse un viaggio potrebbe essere la soluzione. Così, quando un amico del Sindacato autonomo di Polizia telefona a Santoro per una consulenza su uno spinoso caso di provvedimenti disciplinari ai danni di un collega, Giacomo Dotta, che gestisce con la madre un agriturismo nelle Langhe, ecco che si delinea la scusa perfetta per un bel giro sulle colline piemontesi. Ma, giunti sul posto, i tre si accorgono ben presto che la situazione è molto più grave di quanto avevano immaginato: Giacomo si ritiene vittima di una gigantesca frode inerente prodotti agricoli contaminati spacciati per biologici e insiste nelle sue accuse, rivolte anche a pezzi grossi della Procura. I tre amici, preoccupati per il collega, chiuso e isolato nel suo risentimento, vogliono vederci chiaro: cosa c'è di vero nelle pesanti accuse di Giacomo, che è arrivato coni suoi esposti persino all'Antimafia? Riusciranno a riabilitarlo e a restituirgli un po' di fiducia nella giustizia, e nella vita?

Luglio 1967. Cala Marina è un incantevole paese della riviera di ponente, dove il tempo scorre lento, soprattutto nella stazione ferroviaria, tra le chiacchiere di una piccola comunità che passa lì le proprie giornate: Dalmasso, il capostazione triste, e Ludovica, la barista sensibile; Silvano, dentro la sua edicola piena di fumetti, e il professor Martinelli, pendolare, matematico e filosofo; Bartolomeo, il tassista, e Norberto, il maresciallo della Polfer, e infine Adelmo, l’uomo delle pulizie, che è muto ma osserva tutto ciò che scorre sotto i suoi occhi, e trova il modo di raccontarlo. Come la storia della bella Barbara, che soffre per il suo matrimonio infelice e senza amore con il truce Eusebio, il proprietario dell’Hotel Italia. Eccola, nella sua quotidiana lotta per far quadrare i conti sempre in perdita a causa delle spese folli del marito al casinò, nel suo desiderio frustrato di maternità, nella sua mesta voglia di vivere e di cambiare. Finché Barbara un giorno, appeso il grembiule alla porta della cucina, sale su un treno e fa perdere le sue tracce, così, senza un saluto, creando un incredibile scompiglio nelle assolate giornate di Cala Marina…

 

 

Appoggiata a un mare calmo, Cala Marina è una località tranquilla, soprattutto prima che inizi la stagione estiva, quando è popolata soltanto da nonni e nipoti, e da qualche coppia in cerca di intimità. Alla sua piccola stazione FFSS ogni giorno si può incontrare la stessa piccola folla di personaggi: Dalmasso, il capostazione triste; Ludovica, la barista sensibile; Silvano, dentro la sua edicola piena di fumetti; il professor Martinelli, pendolare, matematico e filosofo; Bartolomeo, il tassista; Adelmo, l'addetto alle pulizie e poi Norberto, il maresciallo della Polizia Ferroviaria. La vita scorre senza scossoni a Cala Marina, e il resto del mondo con il suo fragore resta sullo sfondo, lontano come i rapidi, che non fermano mai. Tutti i giorni è così, «arriva il treno accelerato, il macchinista lancia il segnale sonoro, le ganasce dei freni stridono e il treno si ferma. C'è chi scende e chi sale, come sempre. Ma oggi accade qualcosa di diverso. Dalla seconda carrozza fa la sua apparizione una donna, alta, in equilibrio su tacchi a spillo. È bellissima...»

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I gatti non si fanno rovinar l’esistenza da avidità e manie di grandezza: possiedono solo la loro pelliccia, e sono felici. Gli uomini invece vivono nervosi e arrabbiati, non si accorgono della bellezza che li circonda e si sono anche arrogati il diritto di dominare il pianeta!  I gatti sono qui per questo: mostrare agli uomini come si deve vivere. E se le grandi masse affamate, avverte Miao, fanno paura da sempre, non si deve demordere: bisogna conquistare l’essere umano piano piano, con imprevedibili astuzie, fino a quando lo stolto capirà cosa si è perso a vivere finora senza un felino in casa. Il piano di Miao è semplice: ogni gatto ha il compito di puntare un umano per stabilirsi nella sua dimora e farsi da lui graziosamente servire. Certo, c’è il rischio che in casa ci sia già un gatto, magari di razza. In questo caso, Miao raccomanda di ingaggiare subito una colluttazione: la razza infatti è concetto da abolire, tutti i gatti sono uguali! Una volta raggiunto lo scopo, il felino comodamente installato in casa dovrà poi impedire al suo “domestico” di commettere idiozie tipo andare in vacanza - ficcandosi in valigia o magari simulando un attacco di panico - oppure lavorare al computer: in questi casi sdraiarsi sulla tastiera andrà benissimo.

Il libretto rosso dei pensieri di Miao” è a tutti gli effetti un manuale del buon vivere, che gustosamente tocca i temi della giustizia, della tolleranza e del rispetto per gli esseri viventi.

Per un tragico errore della Prefettura, i bonifici della meritata pensione di Ferruccio Pammattone, Eugenio Mignogna e Luc Santoro, alias Semolino, Kukident e Maalox, sono saltati, scaraventando i tre ex poliziotti in un mondo a loro sconosciuto, quello di chi si arrabatta per mettere insieme il pranzo con la cena. La temporanea indigenza, però, permette loro di guardare con occhio più comprensivo certi «stratagemmi» per tirare a campare, che nella «pancia» più povera di Genova pare siano all'ordine del giorno. Negli ultimi tempi, poi, in quei quartieri dai fragili equilibri sociali si notano strani movimenti di speculatori, costruttori, uomini d'affari ed esponenti politici. I nostri tre eroi vengono così a conoscenza, per caso, di uno squallido piano dei famigerati «poteri forti» per appropriarsi di un pezzo significativo del centro storico. Tra l'altro, chi ha provato a denunciarli ci ha rimesso la vita...

Sembra uno scontro impari, una partita persa in partenza: tre poliziotti in pensione contro una banda di giganti ricchi e potenti. Ma Semolino, Kukident e Maalox non si arrenderanno e sapranno mettere in campo vecchie esperienze e nuove competenze per riscattare quella fetta di popolazione senza voce.

Un'ondata di reati a carico dei più deboli, gli anziani, vittime di furti e di truffe. È questa la notizia del giorno che campeggia sulle pagine di tutti i giornali. 
Polizia e Carabinieri, gli eterni rivali, fanno a gara per correre ai ripari, per dare qualche risultato all'opinione pubblica impaziente. Ma in Questura uomini e mezzi sono scarsi. E allora perché non chiedere aiuto a chi è andato da poco in pensione, ma non ha perso il gusto per le indagini?
Ecco tornare in azione il fantastico trio formato da Kukident, Maalox e Semolino: la «Squadra speciale Minestrina in brodo» è di nuovo in campo. Ma questa volta, tra l’indagine su un misterioso ladro di scarpe, le ricerche di un fantomatico topo d'appartamento e la caccia a una truffatrice senza scrupoli, il loro coinvolgimento sarà più personale e doloroso che mai. 
Sullo sfondo di una Genova sempre più calda, i tre ex colleghi e amici dovranno fare i conti con le solite difficoltà investigative, e con un avversario scaltro e cattivo. Tra le ondate di ricordi e le sorprese che le sere d’estate possono riservare, i toni leggiadri e scanzonati della commedia lasceranno spazio a pennellate di pura poesia. 

 

Sono stati congedati per raggiunti limiti di età, ma hanno ancora ben più di una cartuccia da sparare. Così, l’ex sostituto commissario e vice dirigente della Squadra mobile, Ferruccio Pammattone, l’ex sovrintendente della Scientifica, Eugenio Mignogna, e Luc Santoro, già assistente capo all’Immigrazione, decisi a continuare a rendere difficile la vita ai malviventi e pronti a sfidare le regole, hanno dato vita alla «Squadra speciale Minestrina in brodo».

E se all’inizio i loro ex colleghi alla Questura di Genova li hanno guardati storto, una volta brillantemente chiusa la prima indagine, i tre temibili vecchietti sono stati ufficiosamente «arruolati» per risolvere quei casi che, per mancanza di tempo o di risorse, le forze inquirenti lasciano irrisolti.

Ecco perché, di fronte a una serie di furti di auto di lusso, che richiamano da vicino un caso relegato da anni nello schedario delle cause perse, il nuovo commissario Lugaro non ha dubbi: se ne occuperanno loro, Pammattone, Mignogna e Santoro, in arte Semolino, Kukident e Maalox.

Tra uno schema di parole crociate e una passeggiata sul lungomare di Portofino, una fiera di paese e una gita a Saint-Tropez, i tre si mettono all’opera per smantellare l’organizzazione criminale che da anni metteva in croce Carabinieri e Polizia della Riviera. Mescolando con abilità i toni della commedia alle atmosfere del giallo, il secondo romanzo della serie diverte ancora più del primo.

Sono tre, sono poliziotti, o meglio, lo sono stati; adesso sono in pensione. Ma hanno ancora un bel po' di conti in sospeso con delinquenti e farabutti sfuggiti alle maglie della Giustizia. I loro nomi in codice sono: Maalox, Kukident e Semolino, e la loro è la «Squadra speciale Minestrina in brodo»Ferruccio Pammattone, ex sostituto commissario e vice dirigente alla Squadra mobile, Eugenio Mignogna, ex sovrintendente alla Scientifica, Luc (e non Luca per un errore dell'impiegato all'anagrafe) Santoro, ex assistente capo all'Immigrazione, hanno molte cose in comune: sono amici da una vita, si sono arruolati insieme nel lontano 1975 e sono stati appena congedati per raggiunti limiti d'età. Ma alla pensione non possono e non vogliono abituarsi. Si annoiano.

Così, mentre chiacchierano sul lungomare di Genova, pensano che potrebbero rimettersi subito in azione, per dedicarsi finalmente a tutti quei casi che, per un motivo o per l’altro, non hanno mai potuto affrontare quando erano in servizio. Adesso, finalmente, non devono rendere conto a nessuno, soltanto alla loro coscienza che li spinge a indagare, al loro stomaco che s’infiamma alla vista di un würstel e alla loro prostata che reclama una sosta.

Ferruccio Pammattone, nome in codice Semolino (se mangia pesante si riempie di macchie rosse ed è costretto a una dieta durissima), Eugenio Mignogna, nome in codice Kukident (per festeggiare la pensione si è regalato una smagliante dentiera) e Luc Santoro, nome in codice Maalox (soffre di atroci bruciori di stomaco) diventano la «Squadra speciale Minestrina in brodo». 

 

 

C'è una partita di droga in arrivo dal mare destinata a finanziare speculazioni edilizie e campagne elettorali. C'è il Grigio, che dall'ombra muove stupefacenti e denaro sporco. C'è Pedro, un sudamericano ex galeotto, ex spacciatore, che sussurra qualcosa all'orecchio degli inquirenti e poi sparisce. C'è una catena di morti che non può essere accidentale. Di chi è la mano che si cela dietro quei delitti? E poi ci sono tre uomini che hanno scelto tre strade molto diverse, ma tutte al servizio della verità, della legge: il procuratore capo Toccalossi, appena trasferito a Genova a dirigere la Direzione Distrettuale Antimafia; il suo braccio destro, il maresciallo dei carabinieri Luigi Centofanti; e un amico, Bartolomeo Bussi, giornalista di spicco di un noto quotidiano nazionale. E tutti e tre si ritrovano a seguire una pista che puzza di marcio da fare schifo, tra appalti truccati, speculazioni edilizie, traffico di stupefacenti, corruzione, morte. Sullo sfondo la Liguria, terra bellissima sotto scacco.

 

 

 

 

 

I leoni chiusi in una gabbia al circo soffrono e anche i tori massacrati nella Corrida. Non bisogna crescere i bambini con la paura che il lupo mangi loro la nonna o con la convinzione che la volpe vada uccisa per farne una pelliccia. Gli animali vanno rispettati e amati.

La favola è impreziosita dalle meravigliose illustrazioni di Valeria Corciolani